sabato 27 dicembre 2008

Giovanni Allevi? No, grazie.

Ho letto oggi questo articolo su La Stampa dove il maestro Uto Ughi si scaglia contro Giovanni Allevi, l'astro nascente della musica contemporanea italiana e se la prende anche con l'esaltazione che suscita la musica di Allevi e le sue esecuzioni.
Secondo me Uto Ughi ha perfettamente ragione ma anche torto.
E non sto dando un colpo al cerchio e uno alla botte.
Spiego.
Allevi come pianista vale proprio poco. Chiunque ascolti abitualmente dei concerti di pianisti di musica classica, anche solo tra quelli in attività, come Sokolov, Pollini, Barenboim, la Argerich, sa che Allevi non può in nessun modo affiancarsi a queste persone. La sua tecnica è estremamente grezza, il suo tocco di basso profilo, e non vado oltre tanto se cercate dei detrattori del bel tomo vi basta entrare in un qualsiasi forum di musica classica. Ve lo distruggono in un attimo come esecutore.
La sua posizione però non è quella di pianista classico ma di pianista e compositore contemporaneo. Diciamo che va inserito nel gruppo dove sono anche Ludovico Einaudi e Stefano Bollani per citarne altri. A parte che il secondo è un pianista jazz e quindi di nuovo sarebbe un'altra categoria ma vabbè. Però anche qui se penso ad un grande improvvisatore al pianoforte mi viene in mente subito Art Tatum , se preferisco cercare un valido compositore contemporaneo allora penso a Sakamoto Ryuichi o se vogliamo restare in Italia a Giovanni Sollima seppur non pianista.
Allevi rimane su tutti i fronti un misero confronto. Come direttore d'orchestra poi l'altro giorno in Senato era assolutamente ridicolo. Faceva gesti senza alcun senso direttoriale.
E fin qui ha ragione da vendere Ughi quando dice che è assurda l'osannazione che fanno molte persone di fronte alle sue esecuzioni e alle sue composizioni. Ha totalmente ragione che prevale solo l'apparenza, cioè è stato creato l'effetto mediatico e tale basta a farlo assurgere a genio contemporaneo ma senza alcuna sostanza dietro.
Il torto che ha però Uto Ughi è nel non capire che oggi la musica viene solo "ascoltata con le orecchie" dalla stragrande maggioranza delle persone e non viene fatta alcuna preparazione all'ascolto. La quasi totalità delle persone non sa individuare una struttura melodica, non sa fare un ascolto critico di una esecuzione. E ovviamente non ha nella memoria delle esecuzioni comparative. Ma soprattutto la stragrande maggioranza delle persone non lo vuole fare. Perchè richiede uno sforzo, e notevole. Che non faranno mai. Peccato. Non sanno cosa si perdono.

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