martedì 30 dicembre 2008

Fine d'anno col botto.... letterario!


Sto rileggendo per l'ennesima volta alcuni racconti di Beppe Fenoglio.

Vuoi perchè vivo da sempre su queste colline, vuoi per il suo parlato così comune nel mio sentire quotidiano, vuoi per le descrizioni così minimaliste eppure così cariche di tragedia, ecco che ogni volta che rileggo i suoi scritti io rimango totalmente ammaliato.

L'incipit di Un giorno di fuoco mi sembra terribilmente perfetto per salutare l'arrivo di un anno che tutti pensano sarà difficile ma tutti temono sarà terribile.
Speriamo di no.

Perchè allo sconforto si pone rimedio o ci si rassegna, alla disperazione si reagisce. Talvolta però in modo drastico.

Un giorno di fuoco.
Alla fine di giugno Pietro Gallesio diede la parola alla doppietta. Ammazzò suo fratello in cucina, freddò sull’aia il nipote accorso allo sparo, la cognata era sulla sua lista ma gli apparì dietro una grata con la bambina ultima sulle braccia e allora lui non le sparò ma si scaraventò giù alla canonica di Gorzegno. Il parroco stava appunto tornando da visitare un moribondo di là di Bormida e Gallesio lo fulminò per strada, con una palla nella tempia.



sabato 27 dicembre 2008

Giovanni Allevi? No, grazie.

Ho letto oggi questo articolo su La Stampa dove il maestro Uto Ughi si scaglia contro Giovanni Allevi, l'astro nascente della musica contemporanea italiana e se la prende anche con l'esaltazione che suscita la musica di Allevi e le sue esecuzioni.
Secondo me Uto Ughi ha perfettamente ragione ma anche torto.
E non sto dando un colpo al cerchio e uno alla botte.
Spiego.
Allevi come pianista vale proprio poco. Chiunque ascolti abitualmente dei concerti di pianisti di musica classica, anche solo tra quelli in attività, come Sokolov, Pollini, Barenboim, la Argerich, sa che Allevi non può in nessun modo affiancarsi a queste persone. La sua tecnica è estremamente grezza, il suo tocco di basso profilo, e non vado oltre tanto se cercate dei detrattori del bel tomo vi basta entrare in un qualsiasi forum di musica classica. Ve lo distruggono in un attimo come esecutore.
La sua posizione però non è quella di pianista classico ma di pianista e compositore contemporaneo. Diciamo che va inserito nel gruppo dove sono anche Ludovico Einaudi e Stefano Bollani per citarne altri. A parte che il secondo è un pianista jazz e quindi di nuovo sarebbe un'altra categoria ma vabbè. Però anche qui se penso ad un grande improvvisatore al pianoforte mi viene in mente subito Art Tatum , se preferisco cercare un valido compositore contemporaneo allora penso a Sakamoto Ryuichi o se vogliamo restare in Italia a Giovanni Sollima seppur non pianista.
Allevi rimane su tutti i fronti un misero confronto. Come direttore d'orchestra poi l'altro giorno in Senato era assolutamente ridicolo. Faceva gesti senza alcun senso direttoriale.
E fin qui ha ragione da vendere Ughi quando dice che è assurda l'osannazione che fanno molte persone di fronte alle sue esecuzioni e alle sue composizioni. Ha totalmente ragione che prevale solo l'apparenza, cioè è stato creato l'effetto mediatico e tale basta a farlo assurgere a genio contemporaneo ma senza alcuna sostanza dietro.
Il torto che ha però Uto Ughi è nel non capire che oggi la musica viene solo "ascoltata con le orecchie" dalla stragrande maggioranza delle persone e non viene fatta alcuna preparazione all'ascolto. La quasi totalità delle persone non sa individuare una struttura melodica, non sa fare un ascolto critico di una esecuzione. E ovviamente non ha nella memoria delle esecuzioni comparative. Ma soprattutto la stragrande maggioranza delle persone non lo vuole fare. Perchè richiede uno sforzo, e notevole. Che non faranno mai. Peccato. Non sanno cosa si perdono.

mercoledì 24 dicembre 2008

Del perchè internet è un mondo strano.


Tutti coloro che navigano abitualmente su internet sanno cos'è Wikipedia
La fondazione che la governa ogni anno sotto Natale organizza una raccolta fondi per coprire le spese di gestione. Anche se l'enciclopedia è scritta gratuitamente dagli utenti stessi (me compreso ad esempio, nel mio piccolissimo contributo), è chiaro che vi sono dei costi informatici da sostenere. E non pochi per gestire un sito così ampio. Hanno stimato un budget di 6 milioni di dollari per il 2009.
E come ogni anno hanno lanciato una raccolta fondi tra gli utenti del sito.
E come ogni anno arrancano ad arrivare alla cifra voluta.
Siamo appena sopra i 4 milioni e credo chiuderanno la raccolta domani o al massimo a fine anno. Quindi temo che neppure questa volta ce la faranno. E la cosa mi stupisce.
Un sito che raggiunge la incredibile cifra di 684 milioni di visitatori in un anno non riesce a raccogliere 1 cent per visitatore.
Con tutti i soldi che oramai girano su internet. Con tutti i soldi che valgono alcuni siti su internet.
Provate a immaginare se ospitasse degli advertisement quando raccoglierebbe.
Qualcuno sta balenando appunto l'idea di inserire un piccolo banner pubblicitario sul sito dell'enciclopedia, a scelta e a rotazione tra poche aziende selezionate. Facilmente basterebbe ampiamente a coprire le spese necessarie. D'altronde parliamo di uno dei siti più consultati al mondo e anche in Italia è al nono posto. Però sarebbe in forte contrasto con l'idea stessa della fondazione. Un sapere libero per tutti, ma anche libero da tutti.
Personalmente sono contrario e spero che Wikipedia rimanga "vergin di servo encomio" (parafrasando Manzoni).

domenica 21 dicembre 2008

Caro Walter,


se continui così tutto dimostrerà il vero di quella frase che una volta era un'offesa: "Moriremo democristiani."
Però loro prima si saranno divertiti con coca e mignotte e soldi in svizzera e voi solo con delle seghe mentali.
Possibile che tu non riesca a capire che il bello della sinistra è a sinistra?
Davvero non ci arrivi?

ciao
Pax

P.S. Ogni mattina mi alzo e mi dico:"Per fortuna che questa volta non vi ho più votati".

martedì 16 dicembre 2008

Alluvione 2: la vendetta


Piove. Da giorni. Senza smettere. E prima nevicava.
Per chi come me si ricorda BENISSIMO l'alluvione del 1994 sono momenti di apprensione.
Oggi il fiume era proprio pieno.
Spero solo che stanotte smetta.

sabato 13 dicembre 2008

Questo è per te!



Come siete messi con i regali di Natale?
Io bene. Ho smesso di farli dal Natale del 2001.
Approfittai di quell'anno e quel periodo, per me pesantemente lavorativo, per annunciare urbi et orbi che non avrei acquistato regali di sorta. Per nessuno, senza eccezioni. Ovviamente allo stesso tempo non né avrei accettati sennò che senso aveva. Guai a chi sgarrava.
Sgarrò solo mia madre. Gli amici compresero che non scherzavo.
Per la cronaca per quell'anno lasciai passare il regalo di mia madre, l'anno dopo, lei ci riprovò e il regalo, intonso, finì ad un centro di raccolta per i poveri. Da allora anche lei ha smesso.
Credo sia stata una delle scelte più felici della mia vita.
Ho notato che ogni anno tra gli amici escono fuori nuovi proseliti. Quest'anno ha ceduto pure un'amica che di solito non rinunciava per nulla al mondo a questo calvario.
Mi ha semplicemente detto: "E' un po' dura far capire che non si scherza, ma l'idea di non dovermi buttare per negozi questo week end è meravigliosa."
Non capisco se l'ho traviata o portata sulla retta via.

lunedì 8 dicembre 2008

Don Carlo alla Scala: la verità, tutta la verità, soltanto la verità. La mia, ovviamente.


Ieri sono andato a vedere la prima del Teatro alla Scala di Milano, il Don Carlo di Giuseppe Verdi (versione in 4 atti).
Ovviamente, non essendo io un vip presenzialista, né un politico a carico dei contribuenti, avrei dovuto pagare circa 2500 euro per un posto in sala.
Essendo solo un appassionato, neppure troppo melomane, ho preferito andare a vederlo presso uno dei cinema convenzionati con la ritrasmissione in diretta digitale dove con 10 euro il risultato è stato abbastanza buono.
Fin dal mattino ho seguito le varie notizie in merito alla sostituzione di Giuseppe Filianoti dal ruolo del protagonista, perché non ritenuto all'altezza della situazione dal direttore Daniele Gatti.
Forse il teatro sperava che Filianoti abbozzasse e lasciasse correre, aspettando di poter cantare nelle prossime recite. Ma lui, da vero calabrese, ha dato di testa e fatto dichiarazioni di fuoco, specie contro il direttore.
Quindi si arriva all'ora fatidica della prima con uno stress già ben alto. La situazione peggiore. Per chi conosce un qualunque cantante lirico sa di cosa parlo.
Perché questa è una delle poche rappresentazioni dove veramente cantanti, registri e direttori sanno di metter in gioco qualche pezzo di carriera. Grandi fortune e sfortune sono iniziate o crollate alla Scala. Si veda ad esempio il tenore francese Roberto Alagna.
Inizia la rappresentazione e prima leggera delusione sulla scenografia e sulla regia che vuole essere minimalista, ma non troppo, e quindi tira via una soluzione a metà, che come sempre non soddisfa nessuno.
La trovata dei bambini, che ripetono con dei gesti sullo sfondo ciò che cantano i cantanti, a me è piaciuta molto ma fosse mai 'sta gran novità! Da un regista di questo livello ci si aspettava molto di più. Bellissimi però i costumi. Voto 6
La direzione di Gatti è discontinua. Alterna volumi enormi di suono con lentezze strane o poco comprensibili se non si è in teatro (forse). Certo, parliamo sempre di una grande orchestra e un coro tra i migliori al mondo (Casoni, il direttore, è ancora rimpianto a Torino dopo anni dall'uscita di scena) e quindi il risultato è comunque passabile. Ma si vede bene che ha trovato idee nuove, che la sua lettura è stata tutta un vorrei ma non posso. Il risultato è stato proprio di basso profilo.
Al direttore Daniele Gatti: voto 5
Perché aveva i mezzi, le capacità e l'esperienza ma non ha avuto il coraggio di osare una lettura nuova, pur dichiarata se ben ricordo. Per fare una lettura tradizionale poteva lasciare il tenore che c'era e aiutarlo a bucare l'orchestra e non fare tutto questo casino.
Per come poi sta reagendo alle critiche e ai giornalisti Daniele Gatti, con una protervia e superbia da far impallidire l'insopportabile Riccardo Muti il voto scende a 2.

Il tenore Stuart Neill ha solo una voce possente, ma è grezza, senza sfumature né accenti. Va bene per teatri stranieri ma certo non per teatri italiani per cantare Verdi, tranne ovviamente l'arena ma lì è roba per tedeschi in terra italiana. Questo tenore non va bene neppure in seconda compagnia. La sua stazza fisica poi non lo ha aiutato purtroppo a impersonare il suo personaggio nel modo corretto. Ma nel mio caso non ritengo corretto considerarlo nella valutazione, se non per mancanza di stile di recitazione, che secondo me può essere immune dal peso fisico del cantante.
Voto 5 al tenore e voto 3 al teatro che non doveva in nessun caso scritturare questo tenore per questa parte.

Rodrigo cioè Dalibor Jenis. E' stato fischiato un bel po' alla fine ma io non capisco perchè. Dall'ascolto in digitale è riuscito a cavarsi d'onore nel complesso. Senza infamia senza lode. Voto 6.
Eboli alias Dolora Zajick. Certo ha tirato fuori una voce e una tecnica incredibili, con dei passaggi spettacolari e pure rischiosi. Coraggiosa visto il momento. Però anche lei come recitazione e presenza scenica vale poco. Voto 7

Il Grande Inquisitore, tale Anatolij Kotscherga, ha anche lui un vocione enorme ma con poco altro d'intorno. Voto 5

Elisabetta di Valois cioè Fiorenza Cedolins. Brava. A me è piaciuta, certo ha uno stile di canto retrò però con una presenza scenica ben controllata. Emissione buona, quasi ottima. I suoi problemucci li ha ma dissento totalmente da quelli che l'hanno fischiata alla fine dello spettacolo. Hanno fatto male loro, lei no. Voto 8

Filippo II alias Ferruccio Furlanetto. Ieri sera in stato di grazia in una parte che è sua da tempo.
Avercene. Voto 8,5


P.S. Leggendo sui vari forum i commenti dei melomani di lungo corso mi accorgo che mai come questa volta i giudizi sono contrastanti. Veramente molto divergenti tra loro. Chi salva questo boccia l'altro e viceversa.
E' una delle cose che preferisco dell'opera lirica, la capacità di colpire ciascuno in modo differente.
Vuol dire secondo me che ha toccato corde diverse in ognuno di noi. E questo è sempre un bene.


P.P.S.
Il duetto Don Carlo - Rodrigo è uno dei miei pezzi preferiti di quest'opera. Forse perché ha un ché di gaio, visto che Rodrigo è sempre che lì che gira intorno a Don Carlo, che pure è ben etero, visto che ama la moglie di suo padre, ma tant'è Rodrigo manco ci pensa a questo e se lo fila non poco, a parer mio. :-))
Ieri poi il regista ha evidenziato questa forte intesa facendo intrecciare le mani ai due protagonisti come neanche Dolce e Gabbana dei tempi migliori.

sabato 6 dicembre 2008

Dilemma

Ho il frigo in questo stato:


ma fuori la situazione è questa:





Stasera brodo e crackers?

martedì 2 dicembre 2008

Update.

Visto che dite no anche ai diritti dei disabili, e a suo tempo avete detto no alla fine delle discriminazioni riguardanti le donne, i fanciulli e le libertà fondamentali mi chiedo se vi rendiate conto di quale immagine di Dio misera e meschina stiate propinando.

Genesi 1:26
E Dio disse: "Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza"

Il problema, cari miei, è che voi NON dovevate fare altrettanto.